Itinerari EnogastronomiciDalle Alpi alle Ande: il vermouth

Dalle Alpi alle Ande: il vermouth

Dettagli:

Questo itinerario di due giorni ci svela i segreti del Vermouth, simbolo intramontabile del lifestyle torinese, 

dal luogo in cui ne viene ufficializzata la nascita alle zone di produzione delle erbe che si celano dietro alle ricette segrete delle case produttrici. Un viaggio che da Torino ci porterà alle campagne cuneesi ai piedi del meraviglioso arco alpino. Le tappe saranno:

  • Torino
  • Pancalieri
  • Savigliano

Il percorso si svolge a piedi il primo giorno dedicato alla città di Torino e in auto il secondo giorno.

Distanze da percorrere:

Giorno 1

A piedi Torino centro

Giorno 2

Km 35 Torino-Pancalieri

Km 27 Pancalieri-Savigliano

Km 60 Savigliano Torino

Richiesta di Informazioni

    Il vermouth è un vino aromatizzato con infusioni di erbe, spezie e altri ingredienti naturali, fra i quali il principale è l’artemisia (wermut, appunto, che è anche sinonimo di “amaro”).

    L’origine di questa bevanda si fa risalire ai vini curativi che, nella storia delle civiltà, sono sempre stati utilizzati in modo trasversale.

    L’area alpina e pedemontana è ricca di essenze vegetali autoctone, da sempre utilizzate nella grande tradizione liquoristica ed erboristica di questo territorio.

    Il momento chiave, per il tema del nostro itinerario, è quello in cui i vini aromatizzati, creati dai sapienti farmacisti torinesi a scopo terapeutico, sono diventati bevande ludiche: 1786, Torino. 

    Antonio Benedetto Carpano inventa il suo vermouth presentandolo al re Vittorio Amedeo III, che se ne appassiona e ne incoraggia la produzione.

    In verità, questo episodio è da collocarsi in un periodo storico in cui ogni bravo farmacista della città possedeva una propria ricetta segreta, custodita gelosamente. Da questo periodo scaturisce una vera e propria moda inarrestabile, perché queste bevande un po’ amare diventano la passione della borghesia cittadina. Nasce “l’ora del vermouth”, quel momento di chiacchiere del tardo pomeriggio, magari in un caffè elegante, sorseggiando quello che diventa uno status symbol.

     

    Il Vermouth era presente a corte e faceva parte integrante dell’economia dello Stato Sabaudo. Giovanni Vialardi, cuoco di corte di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, scrive nel 1854 il “Trattato di cucina, pasticceria moderna, credenza e relativa confettureria” riportando una ricetta di Vermouth articolata e ricca di erbe e spezie locali.

    Sul finire dell’Ottocento, era già buona abitudine consumare vermouth con soda e acqua di seltz, chiamato anche “vermuttino” nei caffè Torinesi dell’epoca… una sorta di cocktail primordiale, il vermuttino: vermouth, seltz e scorza di limone, eventualmente ghiaccio in aggiunta, per il periodo caldo.

    Anche aggiungere qualche parte di bitter nel proprio vermouth era una pratica già esistente, come per esempio per il “vermouth cocktail” in America. Oggi utilizziamo erroneamente la parola “cocktail” per definire la maggior parte delle bevande miscelate, ma questa parola nasceva come una tipologia di bevanda specifica: una parte alcolica, zucchero, acqua e bitter.

     

    Trattandosi di un vino fortificato e zuccherato, era stabile e conservabile anche nelle lunghe traversate in nave e fu così che iniziarono le esportazioni anche su medio e lungo raggio. Alcune aziende torinesi si specializzarono proprio nell’export verso paesi specifici. Uno di questi, complice anche la massiva migrazione piemontese, fu l’Argentina, dove ancora oggi la moda del vermouth persiste.

    Dopo anni di grande popolarità ed il prevedibile arresto delle vendite durante le due guerre, il vermouth conobbe fasi alterne di consumi, fino ad essere quasi dimenticato. Oggi, per fortuna, è ritornato ad essere molto popolare e chic, specialmente fra le schiere dei bartender famosi di tutto il mondo.

    Il nostro itinerario inizia proprio da qui, accompagnati da guida turistica e da sommelier specializzato, ripercorrendo produzione, storia e lifestyle di questo prodotto intramontabile.

    GIORNO 1 – TORINO

    Il primo giorno è dedicato al Vermouth nel luogo della sua nascita, Torino. Dopo aver incontrato la vostra guida vi recherete al variopinto mercato di Porta Palazzo per un’introduzione botanica alle essenze del Vermouth, usate anche in gastronomia. Visiterete le antiche ghiacciaie e alcuni dei luoghi che hanno fatto di erbe officinali e spezie la propria ragion d’essere.

    Dopo un pranzo in uno dei locali caratteristici del quartiere la vostra passeggiata cittadina vi porterà a scoprire alcuni dei caffè storici dove la bevanda veniva consumata, luoghi in cui il fermento politico e culturale infiammava l’anima della città.

    Al termine, scoprirete il Vermouth nelle sue forme caratteristiche, puro e in mixology, in una degustazione iconica del vero aperitivo torinese 

    GIORNO 2 – LA CULLA DEGLI INGREDIENTI BOTANICI

    Si parte alla volta della pianura Cuneese e più precisamente in direzione di Pancalieri dove visiterete il museo della menta e se la stagione lo permette i vasti campi di profumata menta piperita. Per meglio comprenderne la lavorazione potrete scegliere di visitare l’azienda produttrice Chialvamenta che da cinque generazioni si occupa della coltivazione e distillazione della menta creando una vasta gamma di prodotti, dai liquori ai dolci.

    Dirigendovi verso Savigliano trovate la bella Racconigi che può essere un buon punto di sosta per un pranzo a base della tradizione e se lo vorrete per una visita al meraviglioso Castello, Patrimonio dell’Unesco.

    Una volta giunti a Savigliano, recatevi al Muses, l’accademia Europea delle essenze dove, dopo una visita esperienziale all’interno dello storico Palazzo Taffini, potrete svolgere un laboratorio sensoriale a vostra scelta.

    Rientro in serata a Torino.

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